martedì 18 agosto 2009

Zenit

Prima di abbandonarmi ancora una volta a questa misera condizione di sofferenza, guardo l'orizzonte sconfinato che domina questa nuova era in cui finalmente sono giunto. La rada foresta che ha visto il mio crescere ora germoglia di nuovi fiori brillanti e sconosciuti, auspicando un cammino che a definirlo eccezionale non gli si renderebbe giustizia.
Il mondo intorno a me si contrae e vibra nel mio essere, ad ogni pensiero osservo con occhi nuovi sensazioni che in me riecheggiano come mai potevano prima. Sulla strada presto le mie fatiche ed il mio orgoglio, nella prigione presto il mio dovere ed il mio onore.

Ed ora a noi.
Il messaggero del Gelo alle porte del presente ormai si affaccia. Del suo Sublime Signore ci annunci il canto, prima delizia del suo immortale risveglio. E così del caldo io non ho più timore, sconfortato fin prima dal suo infruttuoso dominio.