venerdì 28 marzo 2008

La forza dell'innocenza

E’ stato un Venerdì estremamente produttivo. Giornata di lavoro intensa, con sporadiche pause in cui ho annotato validi spunti per il mio racconto fantasy.
Una cena lampo con mia madre e discorsi degni di essere dibattuti. Infine caffè & sigaretta. Attesissimo ritorno, dopo una settimana di faringite. Fortunatamente, la pillola alla penicillina questa volta si è fatta accompagnare docile dall’acqua, senza puntellarsi dolorosamente sulla mia gola.
Ancora vestito con jeans e felpa, mi sono scoperto errante e pensoso nei tre metri per quattro che è la mia stanza. Un vecchio armadio di noce scuro, divelto da pugni e testate iraconde d’annata. Letto matrimoniale, divano e libreria. Quest’ultima piena dei “come” e dei “perché” della vita, che solo per metà fino ad ora ho letto. Fantasy e fantascienza, ovviamente, ma anche esoterismo, letteratura classica, saggi ed i più preziosi libri sopravvissuti all’olocausto scolastico. Tra tutti questi, perle dal raro valore sonnecchiano inviolate da diversi anni.
Il Sette Luglio Duemilauno è per me una data indimenticabile, dalla quale la mia vita ha preso forse una svolta decisiva sotto molti aspetti. Rappresenta indubbiamente il momento in cui ho compreso che tipo di persona volevo essere. Tra le tante cose successe in quel giorno di folle festa (l’ultimo della sua categoria) comprendo solo ora quanto importante fu un libro regalatomi da un’amica. Non lo aveva comprato appositamente per me; mi consegnò direttamente la copia che fu sua, chissà da quanto tempo, scrivendoci poi di suo pugno una dolcissima dedica dietro la copertina. Avevo contatti regolari su internet, con questa ragazza, ma la conobbi di persona solo quella sera.
Lessi il libro un paio di giorni dopo; piccino che era mi ci vollero una manciata d’ore per finirlo. Non passarono inosservate le riflessioni in esso contenute, ma più che altro colmai le pagine per accogliere quel regalo così personale.
Sembrava davvero, questa, una serata positivamente nella media. Incline ad essere riempita con tanta buona musica e qualche appunto aggiuntivo scribacchiato nel diario. Si è rivelata invece una serata di scoperte e grandi emozioni. Dimenticato da allora, quel libriccino finalmente si è fatto sentire con forza, soffocato tra i pesanti volumi di storia dell’arte. Ancora una volta le sue pagine hanno sfilato lente sotto i miei occhi, oggi attenti a concetti che sette anni fa nemmeno vagamente consideravo. Pagine preziose e consumate, lascito di quella ragazza che prima di me le lesse più volte, sottolineando con righello e pastello azzurro quelle frasi capaci di trafiggere il suo animo sensibile.
Piccolo Principe; l’evidenza della tua innocente saggezza stasera mi travolge, definitivamente. Mi rendi queste calde lacrime di gioia, smarrite da tempo immemorabile.

Ad Eleonora,
Non è mai tardi per dirti Grazie, se te lo dico con il cuore.

domenica 16 marzo 2008

Il marchio nascosto

Ho passato un'ora buona cercando, confrontando, studiando testi più o meno attendibili su ciò che di recente ho iniziato a definire come "Gotico". Il termine ha trovato asilo nelle mie ideologie solo di recente, venendo però accolto con immediato calore. Non esprimo questa identità culturale nell'abbigliamento, piuttosto che nelle emozioni e nelle inclinazioni caratteriali che hanno plasmato il mio pensiero ad oggi.

Di seguito, l'articolo che Wikipedia mi ha offerto come analisi generale sulla questione. Ho apprezzato particolarmente gli ultimi paragrafi.

venerdì 14 marzo 2008

Dal Promontorio

E’ possibile innamorarsi di un tramonto. Il cielo esplode di un rosso vivo che rimbalza di nuvola in nuvola. Un vento leggero si libra in volo, agitando le foglie di betulla un’ultima volta, dopo una piacevole giornata di sole.
L’aria è fresca, mi bacia la pelle del viso mentre chiudo gli occhi contro questi ultimi bagliori. Sento che questa vecchia panchina non è mai stata così comoda, prima d'ora. Il suo legno logoro porta incisi i sogni d’amore di tutto il mondo; accarezzo le effigi delicatamente, trasportato da questa dolce sensazione tattile.

E’ giunta la sera. Mi carico la spada sulle spalle ancora una volta. Compagna e nemica. Bussola in questa strada incerta che mi ha voluto solitario sognatore, in un mondo difficile da amare, ma impossibile da ignorare.

giovedì 13 marzo 2008

Tempo di perdono

Quanti litigi insoluti, screzi ed antipatie mai dichiarate finiscono per accumularsi nella nostra testa, giorno dopo giorno. Nati dall'ignoranza e destinati a rattrappire in attesa di essere risolti. Abbandonati come vecchie pratiche, logore ma non sfatte, in uno squallido archivio impolverato.

Iniziare a perdonare il male arrecatoci. Ma che male è? E' la collisione di opinioni, comportamenti diversi ed incapaci di giungere al compromesso? Questa è semplicemente la natura umana, e non richiede perdono. Riuscire ad ostacolare la propria individualità significa immergersi in una realtà anonima, stravolta da sfumature di esperienze, principi, pregiudizi e sensi di colpa sempre diversi, a seconda degli occhi con cui tentiamo di viverla.
Nasce qui l'Amore vero. E’ comprensione. E' interrogarsi sulle dinamiche emotive del prossimo. Il male innato non esiste; esistono solo le sofferenze passate e latenti, che spingono ad infliggere il proprio dolore agli altri per sentirsi meno soli ed incompresi.

E se qualcosa, qualcuno ci arreca un danno grave, volontario? Che il Cristo possa allora insegnarci a difenderci. E che possa poi darci la forza di svegliare la vita, dove solo l'odio ha piantato radici.