martedì 18 novembre 2008

Venticinque metri (backup)

Di ceramica azzurro pallido si colora il grande riquadro d'acqua. Tra una lezione e l'altra ha placato il suo moto, lasciandosi contemplare in tutta la sua rilassante, piatta bellezza. Già prima, come sempre, lascio che sia anche il suo movimento ad ipnotizzare le mie ansie. Tra milioni di bracciate sincrone essa cavalca il mio sguardo, rubandomi la mia stessa identità.

E' piacevolmente tiepida lungo la gamba. Ti lasci andare, scoprendola fredda e pungente nell'addome. Infine ti lanci nel suo vuoto, dove solo dei tuoi muscoli senti i ritmati impulsi. Essa ti avvolge, si concede generosa, affettuosa a chi con la furia o con la calma la destreggia. Non fa distinzioni, lei, a patto che non la si tema. E' infatti nel principiante coscienzioso che essa predilige impartire le sue lezioni. Come la più feroce delle belve matrone, essa guida i suoi cuccioli sulla sua cristallina superficie. Punisce impietosa ogni violento, meccanico, mentale approccio, piegando nella fatica coloro che ingenuamente esigono di domarla. Nel corpo umano, soprattutto adulto, essa fa riscoprire l'indagine personale; illustra la quiete, il rilassamento, la calma interiore. Nel controllo e nello sforzo pulito ci sussurra le meccaniche dell'Universo stesso, diventando il Tutto incontrollabile in cui ognuno di noi è centro e fulcro, onda e spostamento.

sabato 1 novembre 2008

Il giorno dopo (backup)

“Scende la notte tanto attesa. Così intensa era la mia emozione, eppure così inspiegabile. Cosa stavo aspettando? Percepisco solo ora quell'impulso che mi attraversa il cuore; solo di dolore e rammarico esso può riempirsi ormai. E' tardi per chiedersi come ho potuto dimenticare questa data, perché è nella mia distrazione che il mio egoismo trova rifugio.

Perdona il mio tardivo arrivo, nobile Regina del Tempio. Sulla tavola, del banchetto in tuo onore non vi sono che i resti, illuminati da tozze candele ormai esauste. Non ti racconterò dei luoghi in cui la mia Anima si è data per vinta, né dei draghi o delle fiamme degli inferi farò menzione al tuo cospetto, sicché della mia mancanza non vi sia più scusa alcuna.

E sarà nel tuo sguardo che vedrò oltre al rimprovero, oltre alla tenerezza stessa. Sentendo l'impeto dei tuoi pensieri, ricorderò la passione che ti contraddistingue in tutto ciò che le tue attenzioni curano. Ad ogni battito del tuo sensibile cuore, vedrò secoli tracciati dalle lacrime, sferzati poi dal vento gelido del Nord. Osserverò il fiero Re dei Lupi giungere dal mare, al tuo fianco riscaldarti nelle notti in cui della luna si fa solo un timido racconto. E godrò del tuo splendido volto sorridente, finalmente forte di una consapevolezza che in te è dono e conquista, mentre negli altri è pura rarità.

Mia unica Sorella, perduta nelle tragedie di una vita lontana. Ogni bene a te giunga dalle mie terre ombrose. Sia il mio perenne vento d'autunno ad acquietare il tuo animo, od il nettare delle mie foreste di pietra ad infrangere la tua malinconia. Od ancora la spada dei miei eserciti a consolidare i tuoi confini, ogniqualvolta una minaccia increspi i tuoi sogni.”

Buon Compleanno, Konys