sabato 31 ottobre 2009

Pregando i Morti

A volte; vorrei essere ingenuo, semplice, d’istinto maschile,
come il Mediterraneo Viaggiatore.

A volte; nella sensualità invadente vorrei spandere la mia presenza,
come la Dama del Velo.

A volte; libertà e disperazione bramo, avvezzo ad un mondo nuovo,
così come l’Amante dell’Edera.

A volte; dell’ego e dell’infantilismo mi farei scudo, se pur fiducioso,
come il Delfino Celeste.

A volte; l'eccellente eleganza al mio cospetto pretendo,
come solo la Solare Cacciatrice sa farne sfoggio.

A volte; i sensi altrui vorrei rapire,
perché solo la Regina del Tempio seppe sottrarre i miei.


Invece; nella solitudine estraggo l’essenza del mio essere, in questo giorno in cui nel baratro del tempo mi lascio scivolare. I pensieri del mondo mi rendono cieco e sordo, trafiggendomi nel cuore le mie stesse paure. Ancora una volta finirò dove solo la notte finisce, un attimo prima che il sole la squarci. Ancora una volta con il sole tornerò a cavalcare i miei sensi, ma non oggi.

Discendo la strada che mi riconduce a coloro che più non sono, per ascoltare il loro canto, per apprendere dai loro occhi, per sentire i loro racconti sulla storia del mondo. E così in me stesso risorgo; come un lago che in superficie immutato resta, mentre ben più profonde le sue acque si espandono, erodendo il fondo della mortalità.