martedì 18 dicembre 2007

Il galoppo ritrovato

Il tuo sguardo mi coglie sempre impreparato, infinitamente dolce imprimi sulla mia Anima la tua espressiva riflessione, sul mio conto di volta in volta sempre più evoluta. Discosti il capo, sembri accennare un rimprovero che ancora non so percepire. Oppure chini lo sguardo al mio ventre, cercando il tocco della mia mano; docile segui i miei passi come un genitore osserva il figlio correre all'aria aperta per la prima volta.
Non ho mai avuto la pretesa di dominarti. Sui tuoi passi possenti, ora sollevato in aria osservo distante un mondo che da sempre mi ferisce con la sua irreversibile banalità.
Sei la mia salvezza in quest'anno di oblio, sei colui che ha redento il mio spirito, in viaggio verso l'inferno che io stesso ho voluto vedere e dalla quale mi hai strappato per riportarmi ai miei affetti.

Ancora più forte, Faradux. Corri ancora più forte così che io possa dimenticare il mio nome, così che io divenga deciso come una sferzante tempesta d'estate, ma sul tuo dorso leggero come il vento che l'ha scatenata. Che io possa essere il Cavaliere degno di condurti nei sentieri più impervi, quelli della nostra stessa esistenza.

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