venerdì 25 gennaio 2008

Chiamiamoli "Maestri"

Ieri sera Faradux ha voluto farmi provare per la prima volta il panico di un rifiuto, piantando gli zoccoli davanti ad un ostacolo di profondità. Gli sono scivolato lungo il collo, prima che le “pertiche” che ho sulle gambe stringessero a tenaglia quasi fino a strozzarlo.
Ho scoperto con orrore, inoltre, che il metodo appreso per indurre il cavallo al galoppo è completamente sbagliato. Ma che diavolo mi hanno insegnato?

L’istruttore federale era imperturbabile; mi osservava correre spedito verso l’oblio della mia congenita apprensione, fino a che non raggiunsi il crollo psicologico, privato della minima volontà di reagire…

Poi iniziò a parlare…

"Tu soffri quando salti. Devi essere più clemente con te stesso; lo sai che ci vuole del tempo per ottenere dei risultati? Lo sai che per quanto bravo sarai ci saranno sempre delle crisi da attraversare?"

“Ricordati che l’Equitazione non sarà mai uno sport; è invece una disciplina tra le più difficili, che noi pratichiamo perché restarne senza è come tagliarsi un qualcosa dentro. Perché il Cavallo è una ragione di vita. E’ una sfida infinita contro se stessi…”

"Siamo qui per imparare, ma tu lamenti le tue lacune come se fossero una COLPA, fustigandoti da solo senza motivo.
Stai sereno, Michele, fai 'sto cazzo di galoppo e FREGATENE DI TUTTO!”

Attraverso i miei movimenti in sella, quest’uomo ha indubbiamente compreso con quanto drammatico trasporto sto vivendo questa disciplina, che per certi aspetti non sarà mai per me una scelta, bensì una missione.

Ero rannicchiato in sella, con spalle e gambe doloranti per le contrazioni; tutto a causa della mia irrequietezza, tutto perché non sono ancora così sereno da mettermi alla prova, senza subire il panico del fallimento.
Faradux voltava il capo in quel momento. Mi scrutava con l’occhio destro come se gli fossi risalito in groppa solo allora.

Tra Cavalieri ed Amazzoni temprati da anni di pratica e gare, mi accorgo di non essere il solo intento a migliorarsi. Ognuno vive ed ha vissuto i suoi momenti critici, in attimi di stupore e lacrime; sempre insieme ad un fidato compagno.

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