giovedì 10 ottobre 2013

Vecchio nemico chiamato Amore

"Ci incontreremo ancora, lì dove finiscono le Pianure di Osrigàna ed inizia la traversata del Grande Deserto Bianco. Dove principia quell'interminabile sentiero, noi due ci scambiammo l'ultimo saluto; prima della Valle dei Templi, prima ancora che si scorgessero le Dune Maktai e che la nostra storia divenne la storia di ognuno.
Quanto tempo... quanto tempo è passato? Quante lune hanno solcato il mio capo; a quante battaglie sono sopravvissuto e quanti nomi ho aggiunto a quelli che già avevo sulla coscienza? Quanto tempo passato ad ignorarti, poi ad osservarti da lontano, via via sempre più da vicino, mentre vivevi questi anni tumultuosi senza la mia presenza al tuo fianco. Mi sei apparsa ben più serena di com'eri quando non muovessimo passo se non insieme; senza di me ti ho vista indipendente, forte e sicura di te stessa, al punto che la nostra incompatibilità mi è apparsa schiacciante.
Quanto tempo a rivedere con gli occhi del presente quel passato in cui non mi riconosco e di cui certamente mi vergogno. Quanto breve fu quell'attimo di libertà, per così tanto tempo inseguito. Quanto amara divenne poi la verità di un'esistenza dove a percorrere il sentiero che ho scelto sono solo io; vuoi per coraggio, vuoi per follia. E chissà, se mai troverò pace in questo cammino e conforto nelle fredde notti di quest'inverno.
Prendere coscienza del mio tradimento, così come del tuo, mi ha portato alla convinzione che il nostro cerchio ancora non ha trovato la sua giusta conclusione. Tanto rapido è stato il nostro distacco, tanto fulmineo ed innocuo è stato il nostro ultimo confronto che, puoi comprenderlo anche tu, non può dichiararsi concluso. Abbiamo un frammento di vita da raccontarci; voglio chiederti perdono per ciò che sono stato e per ciò che ho fatto negli anni peggiori della nostra unione. Voglio che tu abbia il coraggio di dirmi quali sono state le tue azioni all'ombra del tempo che hai passato lontana da me, ora che entrambi sappiamo che sei stata molto più furba di quanto hai voluto far intendere. Ed ancora hai mancato di onorarmi un affetto che avevamo in comune e che certamente non appartiene solo a te.

Ci incontreremo ancora, Solare Cacciatrice. Stanne pur certa.
Lì dove iniziammo questo difficile viaggio noi ci affronteremo per l'ultima volta."

Khàel

venerdì 2 aprile 2010

Primavere

Ondeggio di contorte melodie sottili e pungenti, beando la vita nei suoi nuovi colori. Giunge una brezza tiepida a spezzare ciò che giace statico, gelido, ammutolito; ogni anno puntualmente a ricordarmi che la caduta non è mai una sconfitta.
Finalmente Lei è arrivata, come se attesa da sempre. Svaniscono i segni della sua rassegnazione e sboccia nel suo affetto dirompente, dove noi stessi ci ritroviamo cambiati nel nostro legame. Lei non avrà più di che temere, poiché non più schiava dell'abbandono; ora al nostro fianco a completare ciò che siamo per il resto della sua vita.

sabato 20 marzo 2010

Rivelazione

La sua figura si erse in tutta la sua altezza, ora avvolta e protetta da lucenti lamine d'argento decorate in esili linee d'acciaio rosso rubino, a formare curve che ne valorizzassero il portamento. Ogni sezione di quell'armatura andava allungandosi all'esterno, come fossero creste affilate lungo il dorso di un drago. Così a proteggere gli stinchi, rinforzando le ginocchia sino a risalire intorno alle cosce. Anche dal dorso delle mani fino ai gomiti, coprendo interamente gli avambracci con massicce lamine resistenti al taglio di una lama incantata. Poi sul torace, via lungo il collo allungandosi ai lati su due curve sinuose, slanciate nei lunghi coprispalla raffiguranti ciascuno la testa di un rapace, le cui ali accennavano di spiegarsi discendendo la schiena. Sopra di essa un mantello vi ricadeva pesante, appeso da una spalla all'altra fino a toccare abbondantemente il pavimento. Era un particolare tessuto bianco, spesso e logorato dal tempo; per quanto sbiadito fosse, sembrava replicare ogni respiro di chi lo stava indossando, dando l'impressione di assorbire via via la luce stessa della stanza, offuscando quanto visibile oltre i suoi contorni.
Lo sguardo di quel guerriero, ai presenti forse non fu mai così intenso. Quell'essere, così introverso e taciturno, sembrava esprimere tutte le sue emozioni attraverso i suoi sottili occhi da felino, come perle arancioni incastonate ad illuminare un cranio dalla forma incidente e schiacciata, con una folta capigliatura color cenere serrata ai lati da due orecchie appuntite, sempre rivolte all'indietro. Sulla bocca affiorava la forma della dentatura, della quale a volte i canini facevano capolino sotto il labbro superiore, rendendo ancor più caratteristico il lungo e folto pelo che dalla mascella risaliva in una linea sottile congiungendosi alla chioma.

Mai fu prima, né da allora, che un felide mostrasse il marchio dell'Armata impresso su di un'armatura forgiata dai Nascat. Mai fu ricordato giorno più importante nella storia di questo mondo, riguardo l'esito della Grande Guerra del Caos.

Da: I Generali del Vortice - Kàel Adaris Shi
Archivio ufficiale dell'esercito
Dimora dei Sovrani, Regno di Thelios

martedì 16 marzo 2010

in 3 minuti

Bianchi squarci serpeggiano giù dalla scogliera dinnanzi a noi, e vedo la luna dominare il firmamento in questa notte improvvisa. Ho tralasciato storie di noi mai sussurrate, ma che coltivo segretamente come spezia dal profumo pregiato; eppure sei tu, incantevole amore, sogno e realtà delle mie giornate che distrugge e conforta ogni mia debolezza. Eppure sei tu, ragion d'Essere in questo mondo proibito del quale sei la chiave.

Forgiatura

Dichiarare la propria SCELTA e spazzare via il senso di COLPA;
Difendersi liberi dalla RABBIA e dimenticare il GIUDIZIO altrui;
Per AMARE senza confini questa strada, su per la mia MONTAGNA...
Sono 31. Grazie per la bellissima chiacchierata...

martedì 9 marzo 2010

Il Settimo Potere

"Il balzo mai fu così leggero. L'udito carpì suoni che solo in un sogno avrei potuto sfiorare, mentre infiniti odori invadevano i miei sensi. Dalla pelle germogliò il grigio manto del lupo che stavo diventando e nelle mie ossa fulminò la vibrazione della metamorfosi. Vidi il mio viso allungarsi, la mia bocca traboccò di zanne affilate. I colori si spensero nei miei occhi, risaltando ogni forma in lucenti sfumature di bianco e nero. Zampe sottili poggiarono così, leggere sull'umido terreno del bosco..."

Da: I Generali del Vortice - Etal Goran
Archivio ufficiale dell'esercito
Dimora dei Sovrani, Regno di Thelios

lunedì 8 marzo 2010

Cacciatore di rami

E' d’avorio la nebbia di questo giorno accecato e freddo, come un velo da sposa che cala addolcendo la forma degli alberi. Così io vago in questo bosco, sfiorandone i rami più bassi come se niente più di una carezza io stessi dando a mille delle tue mani. Tengo memoria dei tuoi profumi nelle sfumature del dolce o del vitale, per ricordare ogni donna della mia vita. Sia tu colei che mi ha messo al mondo, o solo un viso sconosciuto ma indimenticabile che ha incrociato il mio sguardo lungo le vie del centro...